Laura non c’è

Laura Conti è stata una donna: partigiana, sopravvissuta ai campi di concentramento, medica, deputata per il PCI, femminista e ambientalista.

E’ morta nel 1993, ma le due autrici fingono in questo libro che sia ancora viva nel 2021, quest’anno, e abbia 100 anni. E’ un artificio letterario per ricordarne le idee, spesso controcorrente quando le ha espresse eppure molto attuali.

“Laura non c’è” è un piccolo libro per scoprire una grande persona e perché le sue parole tornino ad essere lette e diffuse.

La pagina del libro sul sito della casa editrice Fandango

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Non dire niente

Partendo dal cosiddetto Progetto Belfast, ovvero le registrazioni di testimonianze di ex combattenti della guerra civile dell’Irlanda del Nord negli anni ’70 e ’80 conservate nella biblioteca del Boston College, l’autore ricostruisce la storia dei Troubles, ovvero il conflitto che partì nel 1969 e si concluse (non del tutto) con gli accordi del venerdì santo del 1998.

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Una lista delle serie tv da vedere

Questo post è in continuo aggiornamento e elenca le serie tv che ho visto. Quasi tutte sono visibili su Netflix. In caso contrario l’ho indicato.

  1. 12 giurati: serie belga che racconta il processo a una donna accusata di aver ucciso – ad anni di distanza – la sua migliore amica e sua figlia, dal punto di vista di alcuni giudici popolari. Ben fatta. ****
  2. After Life: Ricky Gervais è un giornalista di provincia. La moglie è morta e lui depresso. Due stagioni deliziose (soprattutto la prima), puntate brevi.  Uscita anche la terza stagione, ottima. *****
  3. Aiutami Hope! (Raising Hope): 4 stagioni per una serie/commedia carina su un gruppo di spiantati alle prese con la nascita e la crescita di una bambina. Non è presente su Netflix. ****
  4. L’amica geniale: produzione RAI, ben fatta, tratta dalla quadrilogia di Elena Ferrante. Siamo arrivati alla terza stagione. ****
  5. I bastardi di Pizzofalcone. Poliziotti a Napoli, oggi. Recitazione così così, macchiette e gag. Prodotto RAI, non disponibile su Netflix. ***
  6. Better call Saul: prequel e in parte sequel di Breaking Bad. A tratti addirittura meglio di Breaking Bad, secondo me. *****
  7. Big Bang Theory: ottima e divertente serie su 4 scienziati nerd a Pasadena (California) che condividono le serate. La loro vicina bionda animerà le loro esistenze. *****
  8. Black Mirror: ogni puntata è un piccolo film a parte, che apre squarci in un possibile futuro. *****
  9. Blindspot: poliziesco pieno di puzzle, indovinelli e fantasmagorie informatiche. Protagonista una squadra speciale dell’FBI. Sono 5 stagioni, personalmente ho visto la quarta. Non disponibile su Netflix. ***
  10. Bordertown: la città di frontiera è in Finlandia, vicino ai confini russi. Un poliziotto, Kari Sorjonen, strano ma geniale, risolve casi criminali gravi: ogni caso dura 2/3 puntate. *****
  11. Borgen: un classico delle serie “politiche”. Ambientato in Danimarca. A tratti perfetto. *****
  12. Boris: un classico delle serie comiche italiane, da vedere e rivedere. *****
  13. Breaking Bad: un classicone delle serie tv. Sono 5 stagioni, con alti (molti) e bassi (alcuni). Personaggi che rimangono in testa. *****
  14. Bridgerton: serie in costume di intrighi e amori tra nobili inglesi. L’unico punto originale la presenza distopica di attori neri. ***
  15. Broadchurch: serie tv investigativa inglese. Anche se molto è già visto, l’atmosfera fa la differenza. Attori bravi. Ho visto solo la prima delle 3 stagioni. *****
  16. Capitani: serie poliziesca ambientata in Lussemburgo. ***
  17. La casa di carta: serie spagnola di grande successo. L’atmosfera funziona, la trama meno. Comunque si lascia vedere. ****
  18. Collateral: miniserie inglese. Donna poliziotta indaga su un immigrato ucciso. Sono coinvolti servizi segreti e militari. Consigliata. ****
  19. Community:  6 stagioni di comicità demenziale americana. ***
  20. Conversazioni con un killer: il caso Bundy: la storia di uno dei più noti assassini seriali degli anni ’70 americani, attraverso le conversazioni con un giornalista in carcere. ****
  21. The Crown: la storia della regina Elisabetta, che è anche attualità. Fatto molto bene, ho visto la metà della prima stagione. Sono 3 stagioni. *****
  22. Curon: italiano in Alto Adige, non perfettamente riuscito. Per ora 1 stagione sola, 7 puntate. ***
  23. Deadwind: poliziesco ambientato in Finlandia, con una donna (Sofia Karppi) come protagonista. ****
  24. I delitti del Valhalla: poliziesco ambientato in Islanda. ****
  25. Derek: Ricky Gervais in una RSA per anziani. Ho visto solo le prime puntate. ****
  26. Dexter: a Miami un impiegato della polizia esperto di sangue è contemporaneamente un serial killer. Si trascina un po’ troppo a lungo. Inquietante. ***
  27. The Divorce: con Sarah Jessica Parker, gallerista con successi altalenanti, alle prese con un divorzio. Passabile. Non presente su Netflix. ***
  28. Dr. House (House MD): non disponibile su Netflix. E’ certamente la serie medica più accattivante, grazie alla personalità del protagonista e ai casi assurdi ma reali che tratta. *****
  29. Easy: serie minimalista. Piccole storie che si incrociano solo marginalmente alla fine: uno scrittore di graphic novel in crisi col suo passato, due fratelli che producono birra artigianale e le rispettive mogli cibo per cani, marito e moglie che sperimentano la coppia aperta… carino. ****
  30. Emily in Paris: al momento due stagioni. Una giovane di Chicago esperta di marketing va a Parigi a lavorare per una società di consulenza del lusso e si scontra con la mentalità francese. Carino, probabilmente sponsorizzato da Instagram. ***
  31. The End Of The F***ing World: spiazzante e crudo con protagonisti due ragazzini un po’ matti. Puntate brevi. *****
  32. English game: la storia di come il calcio si è affermato nell’ottocento. ****
  33. Fauda: tra agenti segreti israeliani e combattenti palestinesi la lotta politica diventa una guerra fra bande. ****
  34. Friends: sempre godibili, tutte le 10 stagioni, da vedere e rivedere. *****
  35. The Good Place: una biondina di Phoenix muore e finisce nel “Good Place”, una sorta di paradiso per persone buonissime. Me è un errore. Carino. ****
  36. Grace and Frankie: due donne anziane si trovano a convivere dopo che i mariti le hanno lasciate contemporaneamente. Delizioso. *****
  37. Grey’s anatomy: non disponibile su Netflix, è forse la serie più longeva in circolazione, mixa medicina (molto fantasiosa) e storie d’amore tra i dottori del Seattle Grace. Sentimentale e melodrammatico. ****
  38. Homeland: serie incredibilmente coinvolgente sulla guerra in Irak. Protagonisti un soldato dai capelli rossi e una spia bionda. *****
  39. House of cards: la serie principale sugli intrighi politici, americani e non solo. A tratti memorabile. Non è disponibile su Netflix. *****
  40. In poche parole: minidocumentari su tutti gli argomenti. ***
  41. In treatment: bellissima serie minimalista nell’ambientazione, con sceneggiature perfette, ambientata tutta nello studio di uno psicanalista. E’ il remake di una serie israeliana, è stata riadattata anche per l’Italia. Non disponibile su Netflix. *****
  42. In treatment (italiano): con Sergio Castellitto al posto di Gabriel Byrne. Non è all’altezza della serie americana. Non disponibile su Netflix. ***
  43. The IT Crowd: a sprazzi geniale, da morire dal ridere. Miniserie inglese sugli informatici. *****
  44. La linea verticale: ottima miniserie scritta da Mattia Torre e interpretata da Valerio Mastandrea su un uomo che scopre di avere il cancro. *****
  45. Love: serie carina anche se sa molto di già visto, racconta la storia tra una bionda piena di dipendenze e un nerd con molte ambizioni. A Los Angeles. ****
  46. Mad men: serie di ottima qualità per ricostruzioni, dialoghi, sceneggiatura e attori. Siamo nel mondo dei pubblicitari americani degli anni ’50 e ’60. Ho visto le prime 4 stagioni (in totale sono 7). Non è più disponibile su Netflix da maggio 2020. *****
  47. Marseille: Gerard Depardieu è il sindaco di Marsiglia, al centro di intrighi e potere. Viste le prime puntate, ho abbandonato. Mal diretto, mal sceneggiato, mal recitato. **
  48. Mindhunter: ottima serie sulla “scoperta” dei serial killer da parte dell’FBI. *****
  49. Modern family: sit com di vasto successo. Una famiglia “moderna”. Il papà è sposato con una avvenente giovane di origine colombiana con un figlio. Un figlio è gay e ha adottato una bambina, l’altra figlia ha un marito che gioca con i 3 vivaci figli. Leggero. ****
  50. Il molo rosso: molti attori e ideatori sono gli stessi de La casa di carta. Serie spagnola “misteriosa” con molto sesso e un po’ di soldi e sangue. Disponibile su Raiplay. ***
  51. Murder in the First: ambientato a San Francisco. Protagonista una poliziotta bionda. Nella prima stagione l’indagato è un giovane miliardario “genio” della new economy. Discreto. Non disponibile su Netflix. ***
  52. My name is Earl: è durata 4 stagioni, interrotta poi in modo brusco. Divertente e leggera. Tratta del karma. ****
  53. Natale con uno sconosciuto: serie norvegese, migliore di quanto non appaia dal titolo. Johanne è una 30enne single e cerca di trovare un partner per fare contenti i suoi familiari, almeno per natale. Solo 6 puntate brevi per la prima stagione. Altrettante per la seconda. In Norvegia va molto l’accoppiata Fernet + Birra. ****
  54. Il nome della Rosa: parecchio tempo dopo il film è arrivata anche la serie. Un po’ troppo lunga, a parte Turturro e la sua faccia non rimane granché. ***
  55. Occupied: la Norvegia elegge un politico ambientalista che vuole mantenere la promessa elettorale di farla finita con l’estrazione di petrolio e gas. La Russia, appoggiata dall’Unione Europea, lo impedisce e dà vita a un’occupazione soft del Paese. ****
  56. The Office: ne esiste una versione inglese “originale” e poi varie derivate. Su Netflix c’è quella americana ( 6 stagioni). Divertente, a tratti esilarante. Realizzata da Ricky Gervais. *****
  57. One spring night: lentezza, romanticismo, alcolismo sociale. E’ una serie tv coreana. ****
  58. Operazione amore: 3 stagioni assurde che girano intorno a un gruppo di amici poco meno che trentenni a Parigi. **
  59. L’ora della verità: la Corsica è un posto bellissimo per i paesaggi, ma ha ancora una cultura “mafiosa” al fondo della società. Tratta da un romanzo di Michel Bussi. Non si trova su Netflix. ***
  60. Ozark: serie noir a sfondo finanziario. Non vale la pena. **
  61. Pandemia globale: uscito a ridosso dell’esplosione della vera pandemia Sars-cov-2, parla del problema delle pandemie e di come si affrontano o si dovrebbe fare. ***
  62. Patriota indesiderato: minipuntate a cura di Hasan, giovane commentatore dell’attualità. Gradevole, ma non particolarmente approfondito. ***
  63. The Politician: un ragazzo di buona famiglia vuole partire dall’elezione interna al college come trampolino di lancio per diventare presidente della repubblica. Abbastanza inutile, mi sono fermato dopo qualche puntata. ***
  64. Prodigal Son: come si convive con un padre serial killer? Ricorda Dexter, ma è ambientato a New York. Complessivamente non male. Non disponibile su Netflix. Per ora una sola stagione (lunga), ma è già annunciata la seconda. ****
  65. La ragazza di Oslo: tra Norvegia e Israele si sviluppo una trama spionistica delineata in modo poco credibile e approssimativo. **
  66. La regina degli scacchi (The Queen’s Gambit): ottima sceneggiatura e ottimi attori, molto patinate le immagini. La storia di Beth Harmon, orfana e giovane promessa degli scacchi negli anni ’60 in America. *****
  67. Le regole del delitto perfetto: ho visto solo le prime puntate della prima stagione. In ambiente universitario-legale, si sviluppa una supposta trama thriller poco convincente. ***
  68. Retribution: miniserie poliziesca ambientata in Scozia. Sembra tutto già concluso nella prima puntata, ma non è così. ****
  69. The Ripper (Lo squartatore): serie documentaristica inglese sul serial killer che fece impazzire la polizia del West Yorkshire per vari anni tra fine anni ’70 e inizio anni ’80. Interessantissimo, restituisce l’atmosfera, un po’ lento. ****
  70. Rita: un’insegnante alternativa e indipendente lavora in una scuola danese alle prese con studenti in difficoltà, genitori invadenti e drammi personali. ***
  71. Rocco Schiavone: serie RAI tratta dai romanzi di Antonio Manzini. Si basa su due elementi: la recitazione ipnotica di Marco Giallini e l’atmosfera un po’ irreale di Aosta. Non disponibile su Netflix. ****
  72. Scrubs: una delle prime e più longeve serie tv: 9 stagioni. Comico, a tratti surreale, è il miglior prodotto ambientato in ospedale. Non disponibile su Netflix. *****
  73. Seinfeld: prima di Friends, meglio di Friends. Più surreale, c’è già tutto. Finalmente disponibile su Netflix. *****
  74. Sense8: ho provato a guardare le prime puntate. Trama troppo complicata. ***
  75. She’s gotta have it: una sorta di docufiction firmata da Spike Lee, nella Brooklyn di oggi, ancora nera ma di tendenza. ***
  76. Shtisel: a Gerusalemme un giovane rabbino ortodosso cerca di sopravvivere alle rigide regole della comunità. Coinvolgente. *****
  77. Sick note: serie abbastanza inutile. Daniel Glass, che finge di avere un cancro, e il suo complice, il dottor Iain Glennis, finiscono in un vortice di disavventure. Dopo la seconda stagione la serie non è stata rinnovata, quindi non ha una vera fine. ***
  78. The Sinner: un compassato (ma al fondo tormentato) investigatore ha un atteggiamento compassionevole verso la principale accusata (nella prima stagione) e il principale accusato (nella seconda) e impiega tutte le sue risorse per trovare le motivazioni dei loro crimini. ****
  79. Southpark: disegnato male, genialità a volte esagerata ma sempre divertente. *****
  80. Spy: un agente del Mossad all’opera negli anni ’60 in Siria. Viste solo le prime puntate, promettente. ****
  81. Squid Game: un terribile gioco distopico coreano per ricchi utilizza i poveri per provare il brivido della competizione in una società malata. ****
  82. Stranger Things: serie ambientata negli anni ’80, con 4 ragazzini della provincia americana alle prese coi giochi di ruolo. Molto carino. *****
  83. Strappare lungo i bordi: serie animata di Zerocalcare, nello stile dei suoi fumetti. Da vedere. *****
  84. Suburra: era meglio il film, trama macchinosa. ***
  85. Sulla scena del delitto. Il caso del Cecil Hotel: serie documentaristica su un vecchio albergo al centro di New York, teatro nei decenni di vari episodi criminali, a partire dalla scomparsa di Elisa Lam. Si segue bene. ****
  86. Trapped: delitti a vagone in un remoto porticciolo islandese. Andri  e i suoi aiutanti risolveranno i casi. ****
  87. Tredici: serie adolescenziale sul bullismo adolescenziale. Ben fatta (ho visto solo la prima stagione, al momento sono quattro). ****
  88. Trotsky: serie tv russa del 2017, incentrata sul racconto – molto fantasioso – delle vicende del rivoluzionario Trotsky. Molto interessante per la lettura del proprio passato da parte dell’ex Urss oggi. ***
  89. Turning Point: serie documentaristica a 20 anni dall’attentato delle Twin Towers (viste solo le prime puntate). Ben confenzionato, americanocentrico. ***
  90. Valeria: serie spagnola (sono uscite 2 stagioni, vista solo la prima) che rifa Sex & The City a Madrid, 20 anni dopo. Godibile. ****
  91. Vendetta, guerra nell’antimafia: documentario che segue in diretta due (tre) processi degli ultimi anni che hanno coinvolto in Sicilia 3 simboli “antimafia”. *****
  92. La verità sul caso Harry Quebert: 10 episodi diretti da Jean-Jacques Annaud. Un giallo alla Twin Peaks ambientato a Sommerdale, nell’ameno Maine. La trama regge, attori non eccelsi. Harry Quebert è interpretato da Patrick Dempsey, il Derek di Grey’s Anatomy. Non è presente su Netflix. ****
  93. Vis a vis: serie spagnola su una prigione femminile. Sesso, trama insensata, attrici simpatiche. ***
  94. When they see us: ricostruzione ben fatta di una vicenda di razzismo giudiziario a New York negli anni ’80: il caso dei “cinque di Central Park”. Da vedere. *****
  95. You me her: una coppia sperimenta la possibilità di una “terza incomoda” nella relazione. Ho visto solo le prime puntate. ***

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Una lista dei film da vedere su Netflix

Visto che cercare su Netflix i film è difficile, vi faccio una lista di alcuni di quelli che ci sono e che ho visto. Accanto a ciascuno un brevissimo giudizio.

  1. 2001. Odissea nello spazio: sì su Netflix c’è anche il capolovaro di fantascienza di Kubrick, se uno non l’ha visto o vuole rivederlo.
  2. American Beauty: ormai un moderno classico del cinema americano. Sopravvalutato.
  3. L’amore è bello finché dura: commedia caruccia di Verdone con Laura Morante e Silvia Rocca
  4. Anchorman: film comico demenziale, passabilmente divertente.
  5. The bar: semplice film di Alex de la Iglesia. Il crimine e il terrore dentro un piccolo bar. Da vedere
  6. Basilicata coast to coast: Rocco Papaleo percorre la Basilicata. Abbastanza noioso.
  7. A Beautiful Mind: la storia di Nash, il matematico (un po’) pazzo. Ben confezionato.
  8. Acab: dal romanzo di Carlo Bonini, un film sui poliziotti. Cast buono.
  9. Basta che funzioni: Woody Allen dirige e non recita. Niente di eccezionale. Comunque funziona.
  10. Blade runner: capostipite di un genere, da vedere.
  11. Brian di Nazareth: i Monty Python spostano la loro comicità nella Palestina dei predicatori ai tempi di Gesù. Scene esilaranti.
  12. Cado dalle nubi: uno dei classici con Checco Zalone. Qui è il cantante pugliese che cerca fortuna a Milano dal cugino gay. Mediamente divertente.
  13. Il capitale umano: Paolo Virzì ha provato a fare un film che non è esattamente una delle sue commedie, riuscendoci a metà. Non brutto, comunque.
  14. Il caso Spotlight: è un film sul giornalismo d’inchiesta e sulla pedofilia nella chiesa cattolica. Ben fatto.
  15. Il castello errante di Howl: Myazaki dirige uno dei suoi film (animati) magici.
  16. Che bella giornata: Checco Zalone è guardiano di un museo e incontra la bella Farah, aspirante terrorista islamica. A parte qualche sketch, la storia di per sé non è fluida.
  17. La città incantata: ancora Myazaki in uno dei suoi capolavori animati
  18. Il discorso del re: quando un re soffre di balbuzie. Piacevole.
  19. Il Divo: Sorrentino racconta Andreotti. Didascalico.
  20. Dolor y gloria: Almodovar mette in scena un regista ormai privo di motivazioni, che ripensa alla sua infanzia. Raccomandato.
  21. Dogman: spietato, duro, cupo. Attori bravissimi
  22. Don’t look up: simpatica storia grottesca sull’umanità minacciata da una cometa.
  23. E alla fine arriva Polly: un po’ scemo, ma carino. Con Ben Stiller e Jennifer Aniston.
  24. E’ stata la mano di Dio: Sorrentino costruisce un suo alter ego giovane nella Napoli anni ’80, alle prese con drammi e commedie della famiglia. Sullo sfondo l’arrivo di Maradona.
  25. El Camino: per appassionati di Breaking Bad, uno degli sviluppi della serie, protagonista Jesse Pinkman
  26. Eternal Sunshine of a Spotless Mind: un capolavoro da vedere. Amore e memoria. “Se mi lasci ti cancello” è il titolo italiano…
  27. Febbre da cavallo: film comico sulle scommesse dei cavalli, con Montesano, Proietti, ecc. da vedere e rivedere per ridere alle solite battute.
  28. I figli degli uomini: un futuro distopico senza figli…
  29. Flags of our fathers: regia di Clint Eastwood, gli americani alla conquista del Giappone nella seconda guerra mondiale. Lungo.
  30. Forrest Gump: uno dei migliori film di Spielberg, con un personaggio che è rimasto nella testa di chi lo ha visto. Classicissimo.
  31. Gone girl: film disturbante perché spazia tra la commedia e il thriller senza mai fissarsi su un filone. Consigliato.
  32. Greeb book: negli USA ancora razzisti dei primi anni ’60 un pianista afroamericano è accompagnato in tour da un autista di origini italiane. Ben fatto.
  33. Inside man: un gioco di rapine e negoziazioni. Diretto da Spike Lee. Vale.
  34. Intergalactic: Nolan regala un altro filmone, stavolta nello spazio, forse un po’ esageratamente allungato.
  35. La grande scommessa: la storia della crisi del 2008. Consigliato.
  36. The Hurt Locker: guerra e bombe (da disinnescare), con precisione.
  37. Le iene: forse il film migliore di Tarantino, ridotto all’osso alla sua sostanza, di dialoghi in ambienti chiusi, canzoni e scene memorabili.
  38. Inception: uno dei capolavori di Christopher Nolan. Il sogno nel sogno nel sogno, e così all’infinito. Da ri-vedere per capirlo meglio ogni volta.
  39. The Irishman: Scorsese con De Niro e Al Pacino per la storia di Jimmy Hoffa, vista dal suo scagnozzo e (forse) omicida. Poteva essere meglio, comunque da vedere.
  40. Kiki – consegne a domicilio: uno dei film di Myazaki
  41. Kill Bill (1  e 2): entrambi capolavori, sul tema della vendetta. Colori sgargianti, immagini bellissime, musiche perfette.
  42. Lazzaro felice: uno dei più bei film degli ultimi anni, imperfetto ma di grande impatto.
  43. Lock & Stock, pazzi scatenati: divertente, buon ritmo. Vicende di una banda criminale.
  44. Lost in translation: un classico degli ultimi anni, in una bellissima Tokyo un uomo e una donna si avvicinano tra loro.
  45. Love actually: un film che è diventato un classico natalizio, con un intreccio di relazioni affettive. Carino.
  46. Mank: film sulla sceneggiatura di Quarto Potere, girato come se fossimo negli anni ’40. Intenso.
  47. Marylin ha gli occhi neri. Stefano Accorsi e Miriam Leone interpretano due disagiati in una casa famiglia. Bravi.
  48. The Meyerowitz Stories: famiglia di ebrei americani in preda ai regolamenti di conti sulla vita. Discreto.
  49. Mi gran noche (My Big Night): una serata di capodanno da registrare per finta che diventa una tragedia e una commedia insieme, come sempre nei film di Alex de la Iglesia. Consigliato.
  50. Midnight in Paris: uno degli ultimi Woody Allen che filma le capitali europee, nessuno di questi film è un capolavoro. Questo non è il peggiore.  Protagonista è Owen Wilson
  51. Mio fratello è figlio unico: era meglio il libro, comunque passabile
  52. Il mio vicino Totoro: Myazaki in uno dei suoi film animati preferiti dai bambini.
  53. Misterioso omicidio a Manhattan: film con i due, ormai vecchietti, Woody Allen e Diane Keaton alle prese con un’investigazione improvvisata. Godibile.
  54. Molly’s game: basato su una storia vera, tra poker e truffe. Ottimo cast.
  55. Monty Python e il Sacro Graal: dissacrante, ironico, surreale.
  56. Nessuno mi può giudicare: commedia senza pretese, con la simpatica Paola Cortellesi
  57. Numbered: documentario sui numeri tatuati dei prigionieri nei campi di concentramento. Intenso.
  58. Ogni maledetto Natale: la compagnia di Boris per un film anti-natalizio, carino.
  59. One of Us: film sulla difficile comunità di ebrei ortodossi a New York. Ben fatto.
  60. Il Padrino: che dire? Classico e spietato.
  61. Panic Room: Jodie Foster e la sua bambina sono chiuse nella Panic Room della loro casa nuova, nel resto dell’appartamento dei ladri vorrebbero entrare proprio dove sono loro. Adrenalinico.
  62. La pazza gioia: film di donne e di follia con la regia di Virzì. Bello.
  63. Ponyo sulla scogliera: tenero, delicato, incantevole. Ennesimo capolavoro di Myazaki.
  64. Il potere del cane: cowboy tra machismo e imborghesimento negli anni ’20. Noioso, belli i paesaggi del Montana.
  65. Prendimi! (Tag): commedia basata sulla storia vera di un gruppo di amici eterni ragazzi che da sempre dedica il mese di maggio a “prendersi” (acchiapparella).
  66. Principessa Mononoke: uno dei classici di Myazaki, tra uomini e natura. Bello.
  67. Proposta indecente: film suppostamente scandaloso e di scarsa qualità.
  68. Prova a prendermi: Leonardo Di Caprio, truffatore, è inseguito dalla polizia. Buon intrattenimento.
  69. Pulp Fiction: col tempo secondo me guadagna punti, sempre bello da vedere.
  70. Quasi amici: classico della commedia “buonista” francese, racconta il rapporto tra un odioso miliardario tetraplegico e il suo badante, un nero nerboruto e ridanciano. Godibile.
  71. Ragazze interrotte: quando Winona Ryder era giovane, film ben fatto.
  72. La ricerca della felicità: Muccino fa un film americano su quanto è bello ma difficile il sogno americano, uno di quelli che facevano una volta gli americani. Ben confezionato, ma fuori tempo.
  73. Ricomincio da tre: il secondo film decisamente bello con Massimo Troisi.
  74. The Ring: il primo film di una lunga saga horror di medio livello
  75. Roma: il Messico del 1970, in bianco e nero. Bello
  76. Romanzo criminale: in questo caso la serie è venuta meglio del film, diretto da Michele Placido.
  77. Salvate il soldato Ryan: corse, spari, fughe. E’ la guerra.
  78. Secretary: film del 2002 sul rapporto morboso tra un funzionario e la sua segretaria. Non particolarmente memorabile.
  79. Sex and the city: il film dopo la serie, nient’altro.
  80. Si muore tutti democristiani: sbarca al cinema il gruppo di video su web “Il terzo segreto di Satira”. Tentativo riuscito a metà
  81. Il Signore degli anelli: classico primo capitolo della saga.
  82. The Social Network: la storia di come è nato Facebook. Ben fatto.
  83. Sole a catinelle: in questo film Zalone va in giro con il figlio e recupera con lui un rapporto. Sufficiente.
  84. Lo spaccacuori: Ben Stiller si sposa ma non è come pensava. Decente,  nel suo genere.
  85. Special correspondents: Ricky Gervais ed Eric Bana interpretano il tecnico e il giornalista di una radio locale newyorchese. Diventano “eroi” del giornalismo di guerra, pur non spostandosi dalla Grande Mela. Divertente.
  86. Suburra: forse uno dei casi in cui il film è meglio della serie. Siamo tra Romanzo Criminale e Mafia capitale.
  87. Sulla mia pelle: la storia dell’uccisione di Stefano Cucchi. Agghiacciante.
  88. Ti presento i miei (Meet the parents): Ben Stiller si sposa e conosce i genitori di lei, affrontando una serie di gag divertenti.
  89. Revolutionary Road: tratto dal libro, l’ipocrisia della coppia borghese americana. Asfissiante.
  90. To Rome With Love: in una Roma trasteverina da cartolina, Woody Allen ambienta un classico dramma d’amore e di tradimento.
  91. Top gun: per appassionati di Tom Cruise, aerei e anni ’80
  92. The Truman Show: classico che non si può non aver visto. E se il mondo in cui viviamo fosse un teatrino messo su per noi da qualcuno?
  93. Veronica: film spagnolo horror, sulla scia di [REC]. Non è assolutamente all’altezza.
  94. La vita di Adele: film francese che ha sdogananto la vita sessuale lesbica delle ragazze adolescenti.
  95. What the health: documentario propagandistico a favore del veganesimo. Senza mangiare carne e derivati (plant based food) non solo si salva il pianeta, ma si è più in forma.
  96. The Wolf of Wall Street: come funzionano le bolle finanziarie, le truffe? Droga e sesso senza freni. Sopra le righe.
  97. XIII Emendamento: bel documentario su schiavitù, carcere e discriminazioni
  98. You get me: un ragazzo incontra una ragazza che si accolla. Un’idiozia.
  99. Zodiac: regia di David Fincher, storia vera della ricerca di un famoso serial killer, attori bravi. Che altro dire?
  100. Zoolander: uno dei capolavori della demenzialità comica di Ben Stiller & company, modelli rivali tra loro.

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Homeland

Serie tv che ha fatto decisamente storia, raccontando vicende di terrorismo tra Stati Uniti e Medioriente in parallelo con analoghi paralleli accadimenti.

Le prime serie, quelle che ho visto, pur un po’ macchinose nella trama, raccontano la contraddittoria figura di Nicholas Brody, militare liberato dall’Irak che forse è un “traditore”, e il suo incontro con Carrie Mathison, brillante agente della CIA affetta però da sindrome bipolare.

Ho seguito solo le prime 3 serie (in tutto sono 6), decisamente consigliate.

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Community

Serie tv di lungo corso, consta di 6 serie. Appartiene al genere umoristico-demenziale.

E’ ambientata in uno sgangherato college della provincia americana, popolato da studenti e professori improbabili.

Personaggi simpatici, a tratti fa anche ridere.

Hits: 124

Valeria

Questa serie spagnola si riassume brevemente. Lo spunto è molto molto simile infatti a quello di Sex & The City. Quattro amiche single vivono le loro avventure e poi si trovano insieme per confidarsi e tirarsi su a vicenda.

La protagonista, Valeria, vorrebbe fare la scrittrice (Kerry era giornalista). Le sue amiche sono Carmen, Lola e Nerea. Carmen ricorda Charlotte e come lei ricerca un uomo da sposare. Lola ricalca Samantha, come lei molto libera sessualmente. Infine Nerea, lesbica semidichiarata, ricorda un po’ Miranda.

Le differenze però ci sono. Siamo infatti a Madrid e non a New York, e sono passati oltre 20 anni. La musica di fondo è una trap spagnola contemporanea, le ragazze – ancora meno che trentenni – vivono per lo più ancora in casa con la famiglia (inesistente tra le 4 di Manhattan) con la quale hanno rapporti complessi.

La serie è gradevole e consta di 8 episodi. L’attrice che interpreta Valeria, Diana Gómez, è anche Tatiana, la sposa di “Berlino” nella Casa di carta.

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The English Game

E’ una miniserie inglese: sono 6 puntate da meno di 1 ora ciascuna.

Ambientata nel 1870 racconta la nascita del calcio professionistico in Gran Bretagna.

Lo scontro è chiaro: la vecchia guardia nobiliare e borghese, che gioca al calcio nel proprio tempo libero, è insidiata dai “campioni” della working class, che però per allenarsi e giocare ha bisogno di essere esentata dalla fabbrica e di diventare “professionista”.

La trama fila, bravi gli attori e le ricostruzioni di costumi e ambientazioni non sono niente male.

Consigliato.

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Curon

Curon è una serie tv, abbastanza breve (sono 7 puntate di meno di un’ora ciascuna) disponibile su Netflix, che l’ha prodotta. E’ italiana, ma è ambientata in un paesino dell’Alto Adige di lingua tedesca: Curon appunto.

La trama, tra il gotico e il thriller, che si basa su elementi di “realtà”, non regge completamente e la serie non è riuscita del tutto, anche se alcuni elementi possono risultare interessanti: l’atmosfera, le musiche, i personaggi dei ragazzi (soprattutto i due gemelli).

Curon

Per il resto, ci si muove in un contesto fortemente influenzato da classici del cinema e della tv, innanzitutto l’Hotel semi-abbandonato che ricorda quello di Shining e ovviamente Twin Peaks, altro paesino di montagna dove – come a Curon – a un certo punto prendono vita i doppelgänger.

 

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