Una lista delle serie tv da vedere

Questo post è in continuo aggiornamento e elenca le serie tv che ho visto. Quasi tutte sono visibili su Netflix. In caso contrario l’ho indicato.

  1. 12 giurati: serie belga che racconta il processo a una donna accusata di aver ucciso – ad anni di distanza – la sua migliore amica e sua figlia, dal punto di vista di alcuni giudici popolari. Ben fatta. ****
  2. After Life: Ricky Gervais è un giornalista di provincia. La moglie è morta e lui depresso. Due stagioni deliziose (soprattutto la prima), puntate brevi.  Uscita anche la terza stagione, ottima. *****
  3. Aiutami Hope! (Raising Hope): 4 stagioni per una serie/commedia carina su un gruppo di spiantati alle prese con la nascita e la crescita di una bambina. Non è presente su Netflix. ****
  4. L’amica geniale: produzione RAI, ben fatta, tratta dalla quadrilogia di Elena Ferrante. Siamo arrivati alla terza stagione. ****
  5. I bastardi di Pizzofalcone. Poliziotti a Napoli, oggi. Recitazione così così, macchiette e gag. Prodotto RAI, non disponibile su Netflix. ***
  6. Better call Saul: prequel e in parte sequel di Breaking Bad. A tratti addirittura meglio di Breaking Bad, secondo me. *****
  7. Big Bang Theory: ottima e divertente serie su 4 scienziati nerd a Pasadena (California) che condividono le serate. La loro vicina bionda animerà le loro esistenze. *****
  8. Black Mirror: ogni puntata è un piccolo film a parte, che apre squarci in un possibile futuro. *****
  9. Blindspot: poliziesco pieno di puzzle, indovinelli e fantasmagorie informatiche. Protagonista una squadra speciale dell’FBI. Sono 5 stagioni, personalmente ho visto la quarta. Non disponibile su Netflix. ***
  10. Bordertown: la città di frontiera è in Finlandia, vicino ai confini russi. Un poliziotto, Kari Sorjonen, strano ma geniale, risolve casi criminali gravi: ogni caso dura 2/3 puntate. *****
  11. Borgen: un classico delle serie “politiche”. Ambientato in Danimarca. A tratti perfetto. *****
  12. Boris: un classico delle serie comiche italiane, da vedere e rivedere. *****
  13. Breaking Bad: un classicone delle serie tv. Sono 5 stagioni, con alti (molti) e bassi (alcuni). Personaggi che rimangono in testa. *****
  14. Bridgerton: serie in costume di intrighi e amori tra nobili inglesi. L’unico punto originale la presenza distopica di attori neri. ***
  15. Broadchurch: serie tv investigativa inglese. Anche se molto è già visto, l’atmosfera fa la differenza. Attori bravi. Ho visto solo la prima delle 3 stagioni. *****
  16. Capitani: serie poliziesca ambientata in Lussemburgo. ***
  17. La casa di carta: serie spagnola di grande successo. L’atmosfera funziona, la trama meno. Comunque si lascia vedere. ****
  18. Collateral: miniserie inglese. Donna poliziotta indaga su un immigrato ucciso. Sono coinvolti servizi segreti e militari. Consigliata. ****
  19. Community:  6 stagioni di comicità demenziale americana. ***
  20. Conversazioni con un killer: il caso Bundy: la storia di uno dei più noti assassini seriali degli anni ’70 americani, attraverso le conversazioni con un giornalista in carcere. ****
  21. The Crown: la storia della regina Elisabetta, che è anche attualità. Fatto molto bene, ho visto la metà della prima stagione. Sono 3 stagioni. *****
  22. Curon: italiano in Alto Adige, non perfettamente riuscito. Per ora 1 stagione sola, 7 puntate. ***
  23. Deadwind: poliziesco ambientato in Finlandia, con una donna (Sofia Karppi) come protagonista. ****
  24. I delitti del Valhalla: poliziesco ambientato in Islanda. ****
  25. Derek: Ricky Gervais in una RSA per anziani. Ho visto solo le prime puntate. ****
  26. Dexter: a Miami un impiegato della polizia esperto di sangue è contemporaneamente un serial killer. Si trascina un po’ troppo a lungo. Inquietante. ***
  27. The Divorce: con Sarah Jessica Parker, gallerista con successi altalenanti, alle prese con un divorzio. Passabile. Non presente su Netflix. ***
  28. Dr. House (House MD): non disponibile su Netflix. E’ certamente la serie medica più accattivante, grazie alla personalità del protagonista e ai casi assurdi ma reali che tratta. *****
  29. Easy: serie minimalista. Piccole storie che si incrociano solo marginalmente alla fine: uno scrittore di graphic novel in crisi col suo passato, due fratelli che producono birra artigianale e le rispettive mogli cibo per cani, marito e moglie che sperimentano la coppia aperta… carino. ****
  30. Emily in Paris: al momento due stagioni. Una giovane di Chicago esperta di marketing va a Parigi a lavorare per una società di consulenza del lusso e si scontra con la mentalità francese. Carino, probabilmente sponsorizzato da Instagram. ***
  31. The End Of The F***ing World: spiazzante e crudo con protagonisti due ragazzini un po’ matti. Puntate brevi. *****
  32. English game: la storia di come il calcio si è affermato nell’ottocento. ****
  33. Fauda: tra agenti segreti israeliani e combattenti palestinesi la lotta politica diventa una guerra fra bande. ****
  34. Friends: sempre godibili, tutte le 10 stagioni, da vedere e rivedere. *****
  35. The Good Place: una biondina di Phoenix muore e finisce nel “Good Place”, una sorta di paradiso per persone buonissime. Me è un errore. Carino. ****
  36. Grace and Frankie: due donne anziane si trovano a convivere dopo che i mariti le hanno lasciate contemporaneamente. Delizioso. *****
  37. Grey’s anatomy: non disponibile su Netflix, è forse la serie più longeva in circolazione, mixa medicina (molto fantasiosa) e storie d’amore tra i dottori del Seattle Grace. Sentimentale e melodrammatico. ****
  38. Homeland: serie incredibilmente coinvolgente sulla guerra in Irak. Protagonisti un soldato dai capelli rossi e una spia bionda. *****
  39. House of cards: la serie principale sugli intrighi politici, americani e non solo. A tratti memorabile. Non è disponibile su Netflix. *****
  40. In poche parole: minidocumentari su tutti gli argomenti. ***
  41. In treatment: bellissima serie minimalista nell’ambientazione, con sceneggiature perfette, ambientata tutta nello studio di uno psicanalista. E’ il remake di una serie israeliana, è stata riadattata anche per l’Italia. Non disponibile su Netflix. *****
  42. In treatment (italiano): con Sergio Castellitto al posto di Gabriel Byrne. Non è all’altezza della serie americana. Non disponibile su Netflix. ***
  43. The IT Crowd: a sprazzi geniale, da morire dal ridere. Miniserie inglese sugli informatici. *****
  44. La linea verticale: ottima miniserie scritta da Mattia Torre e interpretata da Valerio Mastandrea su un uomo che scopre di avere il cancro. *****
  45. Love: serie carina anche se sa molto di già visto, racconta la storia tra una bionda piena di dipendenze e un nerd con molte ambizioni. A Los Angeles. ****
  46. Mad men: serie di ottima qualità per ricostruzioni, dialoghi, sceneggiatura e attori. Siamo nel mondo dei pubblicitari americani degli anni ’50 e ’60. Ho visto le prime 4 stagioni (in totale sono 7). Non è più disponibile su Netflix da maggio 2020. *****
  47. Marseille: Gerard Depardieu è il sindaco di Marsiglia, al centro di intrighi e potere. Viste le prime puntate, ho abbandonato. Mal diretto, mal sceneggiato, mal recitato. **
  48. Mindhunter: ottima serie sulla “scoperta” dei serial killer da parte dell’FBI. *****
  49. Modern family: sit com di vasto successo. Una famiglia “moderna”. Il papà è sposato con una avvenente giovane di origine colombiana con un figlio. Un figlio è gay e ha adottato una bambina, l’altra figlia ha un marito che gioca con i 3 vivaci figli. Leggero. ****
  50. Il molo rosso: molti attori e ideatori sono gli stessi de La casa di carta. Serie spagnola “misteriosa” con molto sesso e un po’ di soldi e sangue. Disponibile su Raiplay. ***
  51. Murder in the First: ambientato a San Francisco. Protagonista una poliziotta bionda. Nella prima stagione l’indagato è un giovane miliardario “genio” della new economy. Discreto. Non disponibile su Netflix. ***
  52. My name is Earl: è durata 4 stagioni, interrotta poi in modo brusco. Divertente e leggera. Tratta del karma. ****
  53. Natale con uno sconosciuto: serie norvegese, migliore di quanto non appaia dal titolo. Johanne è una 30enne single e cerca di trovare un partner per fare contenti i suoi familiari, almeno per natale. Solo 6 puntate brevi per la prima stagione. Altrettante per la seconda. In Norvegia va molto l’accoppiata Fernet + Birra. ****
  54. Il nome della Rosa: parecchio tempo dopo il film è arrivata anche la serie. Un po’ troppo lunga, a parte Turturro e la sua faccia non rimane granché. ***
  55. Occupied: la Norvegia elegge un politico ambientalista che vuole mantenere la promessa elettorale di farla finita con l’estrazione di petrolio e gas. La Russia, appoggiata dall’Unione Europea, lo impedisce e dà vita a un’occupazione soft del Paese. ****
  56. The Office: ne esiste una versione inglese “originale” e poi varie derivate. Su Netflix c’è quella americana ( 6 stagioni). Divertente, a tratti esilarante. Realizzata da Ricky Gervais. *****
  57. One spring night: lentezza, romanticismo, alcolismo sociale. E’ una serie tv coreana. ****
  58. Operazione amore: 3 stagioni assurde che girano intorno a un gruppo di amici poco meno che trentenni a Parigi. **
  59. L’ora della verità: la Corsica è un posto bellissimo per i paesaggi, ma ha ancora una cultura “mafiosa” al fondo della società. Tratta da un romanzo di Michel Bussi. Non si trova su Netflix. ***
  60. Ozark: serie noir a sfondo finanziario. Non vale la pena. **
  61. Pandemia globale: uscito a ridosso dell’esplosione della vera pandemia Sars-cov-2, parla del problema delle pandemie e di come si affrontano o si dovrebbe fare. ***
  62. Patriota indesiderato: minipuntate a cura di Hasan, giovane commentatore dell’attualità. Gradevole, ma non particolarmente approfondito. ***
  63. The Politician: un ragazzo di buona famiglia vuole partire dall’elezione interna al college come trampolino di lancio per diventare presidente della repubblica. Abbastanza inutile, mi sono fermato dopo qualche puntata. ***
  64. Prodigal Son: come si convive con un padre serial killer? Ricorda Dexter, ma è ambientato a New York. Complessivamente non male. Non disponibile su Netflix. Per ora una sola stagione (lunga), ma è già annunciata la seconda. ****
  65. La ragazza di Oslo: tra Norvegia e Israele si sviluppo una trama spionistica delineata in modo poco credibile e approssimativo. **
  66. La regina degli scacchi (The Queen’s Gambit): ottima sceneggiatura e ottimi attori, molto patinate le immagini. La storia di Beth Harmon, orfana e giovane promessa degli scacchi negli anni ’60 in America. *****
  67. Le regole del delitto perfetto: ho visto solo le prime puntate della prima stagione. In ambiente universitario-legale, si sviluppa una supposta trama thriller poco convincente. ***
  68. Retribution: miniserie poliziesca ambientata in Scozia. Sembra tutto già concluso nella prima puntata, ma non è così. ****
  69. The Ripper (Lo squartatore): serie documentaristica inglese sul serial killer che fece impazzire la polizia del West Yorkshire per vari anni tra fine anni ’70 e inizio anni ’80. Interessantissimo, restituisce l’atmosfera, un po’ lento. ****
  70. Rita: un’insegnante alternativa e indipendente lavora in una scuola danese alle prese con studenti in difficoltà, genitori invadenti e drammi personali. ***
  71. Rocco Schiavone: serie RAI tratta dai romanzi di Antonio Manzini. Si basa su due elementi: la recitazione ipnotica di Marco Giallini e l’atmosfera un po’ irreale di Aosta. Non disponibile su Netflix. ****
  72. Scrubs: una delle prime e più longeve serie tv: 9 stagioni. Comico, a tratti surreale, è il miglior prodotto ambientato in ospedale. Non disponibile su Netflix. *****
  73. Seinfeld: prima di Friends, meglio di Friends. Più surreale, c’è già tutto. Finalmente disponibile su Netflix. *****
  74. Sense8: ho provato a guardare le prime puntate. Trama troppo complicata. ***
  75. She’s gotta have it: una sorta di docufiction firmata da Spike Lee, nella Brooklyn di oggi, ancora nera ma di tendenza. ***
  76. Shtisel: a Gerusalemme un giovane rabbino ortodosso cerca di sopravvivere alle rigide regole della comunità. Coinvolgente. *****
  77. Sick note: serie abbastanza inutile. Daniel Glass, che finge di avere un cancro, e il suo complice, il dottor Iain Glennis, finiscono in un vortice di disavventure. Dopo la seconda stagione la serie non è stata rinnovata, quindi non ha una vera fine. ***
  78. The Sinner: un compassato (ma al fondo tormentato) investigatore ha un atteggiamento compassionevole verso la principale accusata (nella prima stagione) e il principale accusato (nella seconda) e impiega tutte le sue risorse per trovare le motivazioni dei loro crimini. ****
  79. Southpark: disegnato male, genialità a volte esagerata ma sempre divertente. *****
  80. Spy: un agente del Mossad all’opera negli anni ’60 in Siria. Viste solo le prime puntate, promettente. ****
  81. Squid Game: un terribile gioco distopico coreano per ricchi utilizza i poveri per provare il brivido della competizione in una società malata. ****
  82. Stranger Things: serie ambientata negli anni ’80, con 4 ragazzini della provincia americana alle prese coi giochi di ruolo. Molto carino. *****
  83. Strappare lungo i bordi: serie animata di Zerocalcare, nello stile dei suoi fumetti. Da vedere. *****
  84. Suburra: era meglio il film, trama macchinosa. ***
  85. Sulla scena del delitto. Il caso del Cecil Hotel: serie documentaristica su un vecchio albergo al centro di New York, teatro nei decenni di vari episodi criminali, a partire dalla scomparsa di Elisa Lam. Si segue bene. ****
  86. Trapped: delitti a vagone in un remoto porticciolo islandese. Andri  e i suoi aiutanti risolveranno i casi. ****
  87. Tredici: serie adolescenziale sul bullismo adolescenziale. Ben fatta (ho visto solo la prima stagione, al momento sono quattro). ****
  88. Trotsky: serie tv russa del 2017, incentrata sul racconto – molto fantasioso – delle vicende del rivoluzionario Trotsky. Molto interessante per la lettura del proprio passato da parte dell’ex Urss oggi. ***
  89. Turning Point: serie documentaristica a 20 anni dall’attentato delle Twin Towers (viste solo le prime puntate). Ben confenzionato, americanocentrico. ***
  90. Valeria: serie spagnola (sono uscite 2 stagioni, vista solo la prima) che rifa Sex & The City a Madrid, 20 anni dopo. Godibile. ****
  91. Vendetta, guerra nell’antimafia: documentario che segue in diretta due (tre) processi degli ultimi anni che hanno coinvolto in Sicilia 3 simboli “antimafia”. *****
  92. La verità sul caso Harry Quebert: 10 episodi diretti da Jean-Jacques Annaud. Un giallo alla Twin Peaks ambientato a Sommerdale, nell’ameno Maine. La trama regge, attori non eccelsi. Harry Quebert è interpretato da Patrick Dempsey, il Derek di Grey’s Anatomy. Non è presente su Netflix. ****
  93. Vis a vis: serie spagnola su una prigione femminile. Sesso, trama insensata, attrici simpatiche. ***
  94. When they see us: ricostruzione ben fatta di una vicenda di razzismo giudiziario a New York negli anni ’80: il caso dei “cinque di Central Park”. Da vedere. *****
  95. You me her: una coppia sperimenta la possibilità di una “terza incomoda” nella relazione. Ho visto solo le prime puntate. ***

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